Yohji Yamamoto
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Primavera-estate 2013 – O c’è stata un’interruzione nei camerini o Yohji Yamamoto stava cercando di comunicarci qualcosa. Piegati ma non spezzati, i modelli camminavano a testa alta e ciò che traspirava era un’innovativa collezione di elegante abbigliamento da strada, e dico sul serio, gli abiti di qualcuno che vive letteralmente per strada. Capi volutamente non abbinati e di cattiva sartoria con stampe che davano l’illusione d’esser macchie, fluttuanti e lunghi alle caviglie, lunghi cappotti logori e patchwork “creati, fatti e riparati”. Questa moda ha spessore, ha interesse nella nonchalance, e proclama: “Non ci importa cosa indossiamo e cosa la gente dica al riguardo”, eppure ci azzecca sempre. Forse che Yohji si riferisse implicitamente a se stesso e all’attuale motto della Casa? Beh, qualunque cosa fosse, l’ha espresso magnificamente.