1960’s – 1970’s

Prima del 1969, un fotografo di moda era alto, magro e svenevole. Ma noi tre siamo diversi: bassi, grassi ed eterosessuali.

David Bailey parlando di sè, Terence Donovan e Brian Duffy.

1960s Fashion Keith Richards

Copyright © AFP / Collection Roger-Viollet – Keith Richards 1967

Gli anni Sessanta

Gli anni Sessanta furono un decennio di enormi cambiamenti nella moda, nella musica e nel sociale. Vennero sfidate le convenzioni e i vecchi atteggiamenti pian piano andavano scomparendo. L’età di diritto al voto scese a 18 anni, le minigonne divennero una norma e la pop music suonava a tutto volume dalla radio di ogni teenager. La gente aveva più denaro e un reddito più alto rispetto a prima e ora avevano il tempo per goderne. Gli anni Sessanta crearono grande ottimismo e verranno ricordati sempre come un momento di libertà, cambiamento sociale e divertimento!

Arte e cultura

Una varietà di musica, arte e fotografia influenzarono le varie mode e i gruppi sociali degli anni Sessanta. Andy Warhol fu la figura più conosciuta che emerse dal movimento pop art degli anni Sessanta. Era un pittore, un produttore di stampe e un regista, durante gli anni Sessanta disegnò un abito di ‘Alta Moda’ coperto da più immagini della scatola della sua iconica zuppa Campbell. La Op Art fondata da Victor Vsarely fu un altro stile d’arte che creò una fashion mania durante gli anni Sessanta. Motivi geometrici otticamente distorti in bianco e nero erano prodotti per creare tutta una serie di movimenti sulla superficie, applicati al tessuto creavano un look audace ed elegante.

Fotografi come David Bailey, Brian Duffy e Terence Donovan aiutarono a creare il look iconico Swinging Sixties. Tutti e tre fecero scatti per Vogue in cui catturarono alcuni dei personaggi più iconici del periodo come Michael Caine, The Beatles, Mick Jagger, Twiggy, and Audrey Hepburn. La musica degli anni Sessanta è ancora molto popolare, musicisti come: The Beatles, The Rolling Stones, The Kinks, Led Zeppelin, Pink Floyd, Jimi Hendrix, Dusty Springfield, Cilla Black e The Supremes dominarono la scena musicale degli anni Sessanta e vennero copiati e idolatrati dalle masse.

Fashion 1960s Hippies Festival

Copyright © AFP / Collection Roger-Viollet

Gruppi sociali

I diversi gruppi sociali del tempo avevano diversi stili di moda. Ogni gruppo rifletteva la sua personalità e i propri interessi e usava i vestiti per simbolizzarlo.

Gli Hippies

Gli Hippies indossavano vestiti che li aiutavano ad esprimere se stessi, volevano ribellarsi alla bruttezza del dopoguerra e abbracciare le bellezze naturali. Jeans scampanati, pantaloni a vita bassa e T-shirt erano indossati ogni giorno. Patch floreali erano dappertutto e le bandane e i nastri erano indossati tra i capelli. I motivi floreali erano universali e l’accento era posto sulla vivacità ed il colore.

 
I ModsFashion 1960s The Mods

I Mods erano più che uno stile di vita. Avevano i loro vestiti, la loro musica, i loro club, le loro riviste e le loro vespe. Il look femminile era uno stile androgino, capelli corti, ballerine e un makeup leggero. Modelle come Jean Shrimptone Twiggy esemplificavano questo look. Gli uomini erano visti con il look ‘Teddy boy’. Erano indossate camicie con i bottoni sul colletto, maglioni di lana e cashmere, cravatte sottili e le winklepicker.

1960s Rockers FashionI Rockers

Il gruppo sociale dei Rockers indossava giacche di pelle con jeans neri e stivali pesanti da biker. In competizione i Mods preferivano essere più trasandati e ribelli, con il ciuffo ingelatinato influenzato dallo stile rock and roll degli anni Cinquanta.

L’Era Spaziale

Il look Space Age vide l’utilizzo di nuovi materiali come il PVC e l’acrilico. Il colore argento nella Space Age era mescolato a stampe dai colori primari prese dalla Pop Art e dall’Op Art. Sono state indossate cinture a catena, orecchini discoidali, disegni  più audaci su maglia cotta, plastica e laminati creati da Paco Rabanne e Pierre Cardin.

 

Fashion 1960s Jimi Hendrix  WoodstockForme e silhouette

Con i diversi gruppi sociali e le differenti sottoculture le forme e le silhouette degli anni Sessanta furono varie. I primi anni Sessanta videro ancora gli stili signorili delle gonne ampie usate durante gli anni Cinquanta nonostante gli stili successivi evidenziavano gonne più corte, strette e creavano una silhouette più fanciullesca. Mode slim e strette si vedevano su alcuni uomini e queste contrastavano con le mode dallo stile largo e sformato degli hippy. I pantaloni a vita bassa erano visti tra i gruppi hippy dal momento dell’ascesa del loro amore libero e delle filosofie psichedeliche, divennero popolari con Jimi Hendrix e Robert Plant verso la fine degli anni sessanta. Fu Jim Morrison a portare avanti questa moda durante gli anni Settanta.

Le icone

Gli anni Sessanta annoveravano innumerevoli icone. La prima teenager top model scoperta fu Twiggy. Patti Boyd che apparve come modella sul Vogue italiano e britannico  fu la musa di famosi musicisti come George Harrison e Eric Clapton. Penelope Tree anche lei posò per Vogue e fu la musa del famoso fotografo David Bailey. Dusty Spromgfield era nota per la sua caratteristica voce roca e suggestiva e Cilla Black altra famosa cantante che per 17 volte consecutive fu nella top hits 40 negli anni Sessanta. Jean Shrimpition soprannominata “The Shrimp” era una capofila della moda e una trendsetter con il suo look da “gamine” e le sue sottovesti alla caviglia. Cathy Mcgowan con le sue apparizioni in tv era nota per il suo mascara pesante e i capelli vaporosi a nido d’ape ed  era soprannominata regina dei mods. Jacqueline Kennedy creo una moda iconica ed elegante che la contraddistise negli anni Sessanta. Famosa per il suo cappellino senza tesa a tamburello il “pill-box”, per i guanti lunghi e i tailleur alla moda era amica intima di Hubert de Givenchy che la vestì in satin color avorio per una festa a Versailles nel 1961.

1960s Fashion Twiggy

Copyright © AFP / Collection Roger-Viollet – Twiggy 1960

Gli stilisti

Mary Quant

A Mary Quant è attribuita l’invenzione della minigonna. Tuttavia la Quant non inventò lo stile della gonna ma piuttosto la lanciò bene sul mercato . Dopo aver studiato illustrazione presso una scuola d’arte, la Quant lavorò per una modista couture. Durante questo periodo la Quant decise che la moda dovesse essere per tutti, non solo per i privilegiati, di qui l’idea di aprire la boutique Bazaar a Londra nel 1955. Il successo di questo negozio le permise di aprirne un altro nel 1961. Dal 1966 la Quant produceva minigonne a sei o sette centimetri dal ginocchio. Il trend della gonna corta decollò e lo stile della Quant venne visto come il look della Chelsea Girl.

Yves Saint Laurent

Yves St Laurent lavorò al fianco di Dior, e dopo la morte prematura di quest’ultimo, Yves St Laurent ne prese il posto e fu visto salvare la Francia. Nel 1962 Laurent fondò la sua casa personale nel 1965 quando  lanciò il look “Mondrian”Di seguito pubblicò una collezione ispirata alla pop art e introdusse “Le Smoking”, il suo leggendario completo smoking che ha indotto la rivoluzione androgina. A Yves Saint Laurent sono attribuite molte delle innovazioni degli anni Sessanta incluse la redder jacket (1962), la camicetta velata (1966) e la tuta (1968) , nonché l’introduzione della famosa giacca safari indossata dalla top model Veruschka. A lui il merito della cultura del pret a porter.

Barbara Hulanicki

Barbara Hulanicki fondò una delle più famose boutique degli anni sessanta; Biba. Biba è stato il primo marchio di alta moda a basso prezzo per la generazione più giovane. Lo stile Biba era il classico look giovanile e androgino della Londra scatenata degli anni Sessanta. Minigonne, vestitini, camici tunica, abiti baby doll, collant colorati e cappelli floppy riempivano il negozio. I suoi modelli erano indossati da tutti, da Cathy Mcgowan a Cilla Black.

Emillio Pucci

Indossato da Marilyn Monroe, Emilio Pucci era famoso per i suoi modelli di culto e le stampe psichedeliche. Vogue battezzò lo stilista: “Pucci, il maestro delle stampe”. Dopo essere stato fotografato da Harpers Bazaar mentre sciava indossando i suoi stessi modelli, il magazine gli chiese di disegnare abiti invernali per le donne. Le stampe di Pucci  simbolizzavano il colore italiano e il movimento post guerra, contribuendo al trend anni Sessanta dei pantaloni a palazzo e dei foulard.

André Courrèges

Andrè Courreges sviluppò grandi doti sartoriali avendo lavorato per dieci anni con Balenciaga che fu suo mentore. A lui fu riconosciuto un prestito che gli consentì di aprire la sua casa di moda. Egli iniziò a sviluppare il suo look nel 1964 e mostrò la sua collezione Primavera caratterizzata da abitini angolari e tailleur pantalone realizzati con tessuti pesanti. Affascinato dal viaggio nello spazio il look di Courreges era sempre con uno sguardo al futuro, pulito e dal design moderno . Usò bianco su bianco e argento su argento, paillettes con Moon Boots e caschi spaziali. Le forme e le combinazioni  di colori gli valsero il nome di Space Age. Courreges mostrò la sua prima mini nel 1964 e Vogue dichiarò che era la più corta che si fosse mai vista.

Retailers

Daimaru

Daimaru è una catena di grandi magazzini giapponesi. Fondata originariamente nel 1717 come una merceria, la catena è stata costituita nel 1907 e ricostituita come Dry Goods Daimaru KK nel 1920. Cambiando il suo nome in Daimaru nel 1928. Durante gli anni Sessanta, Daimaru era il più grande rivenditore in Giappone. Nel 1960 aprì una filiale chiamata Peacock Sangyo ora conosciuta come Peacock Daimaru . Daimaru fu uno dei grandi magazzini giapponesi ad aprire in Thailandia e Australia; tuttavia, i suoi reparti internazionali hanno ormai chiuso a causa dei bassi profitti.

Seibu

E’ un grande magazzino giapponese, ha una vasta gamma di negozi che operano su più piani. Nel 1940, il fondatore di Seibu, Yasujiro Tsutsumi, comprò un grande magazzino a Ikebukuro e lo chiamò Musashino Department Store. Quando il Giappone venne coinvolto nella seconda guerra mondiale, il negozio fu quasi costretto a fermare il commercio, l’edificio fu in seguito distrutto in un raid aereo, ma l’attività riprese in breve tempo. Durante il ripristino del dopoguerra in Giappone, Yasujiro Tsutsumi ampliò l’attività  e riaprì con il nome Seibu Department Store. Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, i cittadini di Tokyo  si spostarono sempre più verso la periferia facendo sì che le popolazioni nelle aeree intorno a Ikebukuro crescessero rapidamente. Questo fece crescere i profitti di Seibu. Durante gli anni Sessanta aprirono rapidamente nuovi negozi e il successo di questi  vide l’ascesa di Seibu. Nel 1967 venne aperto un grande magazzino  di 10.000 metri quadri a Funabashi, un sobborgo di Tokyo, e nel 1968 venne aperto un negozio di 24.000 metri quadri a Shibuya appena fuori Tokyo.

1960s Fashion Collection Paco Rabanne

Copyright © AFP / Lipnitzki / Roger-Viollet – Collection Paco Rabanne. 1969

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Written by Saxony Dudbridge

Saxony Dudbridge was one of the first contributors to the Catwalk Yourself project, Saxony studies International Fashion Marketing and she is responsible for our great History and Designers Biographies sections.


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